Quartieri al buio, l’opposizione va all’attacco
Una lunga interpellanza presentata dal capogruppo del Pd, Francesco Ameli, ha riportato sotto la luce “fioca” dei riflettori, il problema della nuova illuminazione ad Ascoli.
Presenti in aula anche alcuni cittadini per manifestare le loro critiche alla soluzione adottata per la nuova illuminazione in città. A rispondere ad Ameli, che ha annunciato la trasformazione della interpellanza in una mozione, è stato l’assessore ai Lavori pubblici, Valentino Tega, che ha giustificato la nuova soluzione per l’illuminazione pubblica, con i risparmi derivanti per le casse dell’Arengo e per motivi di carattere ambientale. “Il Comune – ha spiegato Tega – pagava 1.250.000 di euro più Iva, per le bollette per la pubblica illuminazione. Consderando che alla società che dovrà gestire l’illuminazione per i prossimi 20 anni, l’Arengo verserà 950.000 euro l’anno, si ottiene un risparmio di 300.000 euro. A questo, va aggiuto il costo di quattro dipendenti della società Ascoli servizi comunali, per cui il risparmio effettivo per le casse del Comune è di circa 600.000 euro l’anno, che per 20 anni significano 12 milioni di euro in totale. Per quanto riguarda l’inquiamento, sempre in 20 anni ci sarà un risparmio di 40.000 tonnellate di emissioni di Co2. Questo non significa che non ci potranno essere correzioni, perchè se in alcune zone della città le nuove lampade a led non dovessero garantire l’illuminazione sufficiente, siamo pronti ad aumentare l’intensità. Per quanto riguarda il centro storico, verranno montate lampada con potere di illuminazione più alto. Desidero anche aggiungere che le nuove lampade, ad alta tecnologia, garantiscono un potere di illuminazione superiore al 10% di quello previsto dalla legge”. Una risposta che non ha soddisfatto, però, il capogruppo del Pd. “Nonostante le precisazioni dell’assessore Tega – ha commentato Francesco Ameli – non posso dichiararmi soddisfatto, perchè mi sarei aspettato più attenzione per il centro storico, non solo per l’illuminazione di strade e piazze, ma anche dei monumenti”.